SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XIX LEGISLATURA --------------------
6ª Commissione permanente
(Finanze e tesoro)
**210a seduta: martedì 25 febbraio 2025, ore 16
*211a seduta: mercoledì 26 febbraio 2025, ore 9,15
ORDINE DEL GIORNO
- e della petizione n. 744 ad esso attinente
INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO
TURCO, CROATTI, FLORIDIA Barbara - Al Ministro dell'economia e delle finanze
Premesso che:
secondo l’elaborazione svolta da Intermonte per “Il Sole 24 Ore”, nel 2024 prosegue il trend negativo del 2023 per la Borsa italiana. Lo studio registra 1,023 miliardi di capitale raccolto dalle nuove matricole in sede di offerta pubblica iniziale (IPO) a fronte di un lungo delisting che ha comportato una perdita di capitalizzazione di ben 27,867 miliardi;
la capitalizzazione complessiva è quindi totalmente sbilanciata a favore delle società che hanno abbandonato il listino, molte delle quali sono realtà significative per il made in Italy. Tra le 23 società che hanno scelto o sono in procinto di lasciare la Borsa italiana si trovano infatti Unieuro, Piovan e Relatech, oltre che holding e società finanziarie come CIR e Anima. Una situazione che il quotidiano non ha esitato a definire come “La grande fuga da Piazza Affari”;
anche sul fronte del mercato Euronext Growth Milan (EGM) si registra un risultato al di sotto della media storica, in quanto per la prima volta le small caps di questo mercato non sono riuscite a compensare la carenza di offerta nel mercato principale. Si contano infatti 19 nuove unità, di cui 5 nel segmento professionale;
considerato che:
il trend esposto riflette un mercato che, negli ultimi anni, è apparso sempre meno competitivo a livello internazionale;
il rapporto tra capitalizzazione di Borsa e prodotto interno lordo (PIL) resta uno dei rapporti più bassi in Europa. La Borsa italiana sconta una debolezza strutturale che la rende maggiormente soggetta alle oscillazioni del mercato con conseguente difficoltà di crescita per le imprese, spesso non in grado di conquistare sul mercato i capitali di cui avrebbero bisogno, sia per ragioni legate alle proprie dimensioni sia per ragioni legate alla propria struttura;
anche se il Governo sembra ottimista nel ritorno, a partire da metà del 2025, di una maggiore liquidità, anche grazie all’entrata a regime delle novità introdotte con il disegno di legge per il sostegno della competitività dei capitali, il rischio che il trend negativo prosegua anche nel prossimo anno appare più che concreto,
si chiede di sapere quali interventi il Ministro in indirizzo intenda adottare con urgenza per rafforzare e incrementare la competitività e lo sviluppo del mercato dei capitali, migliorare la solidità finanziaria e la dimensione patrimoniale delle imprese, incentivarne la quotazione e la permanenza nel mercato finanziario.
(3-01514)